mercoledì 12 maggio 2021

Margaret Atwood, versi femministi contro gli “Esercizi di potere”

 Margaret Atwood dichiara il suo intento sin dalla quartina di apertura della raccolta di poesie Power Politcs, pubblicata nel 1971 e ora tradotta in Italia da Silvia Bre per Nottetempo con il titolo Esercizi di potere: “Ti adatti dentro me / come un amo in un occhio / un amo da pesca / un occhio aperto”. 

L’instancabile scrittrice canadese, autrice del capolavoro Il racconto dell’ancella, vuole evidenziare come le relazioni sentimentali siano infettate dal potere e lo fa accogliendo il lettore con un’immagine che provoca dolore, l’atroce sensazione di ricevere passivamente qualcosa dentro sé.

Tutti versi della raccolta sono dedicati al rapporto tra uomo e donna. Con queste poesie brevi e schiette Atwood anticipa contenuti e atmosfere del movimento di liberazione femminista che si sta formando in quegli anni. La scrittrice mette al centro dei suoi versi liberi, tutt’altro che rassicuranti, la raffigurazione dell’uomo come dominante e della donna come vittima, parla di fughe e bugie, paragona certe relazioni a brutti film e ironizza sulla tendenza di idealizzare l’amato come un eroe. Negli anni, però, la scrittrice ha sempre respinto l’idea che il movimento delle donne abbia influenzato il concept della sua raccolta e non ha mai accettato chi definiva il suo libro “una versione poetica del Women's Lib”. 


Le poesie di Esercizi di potere, come tutta la sua vasta produzione letteraria di romanzi, saggi, libri per l’infanzia, sono nate dal suo sentire più profondo e dal suo acuto sguardo da sempre attento alle dinamiche di potere negli incontri/scontri tra maschile e femminile e dall’idea che le relazioni non sono uniche ed eterne, ma transitorie. “Se ti amo / questo è un fatto o un’arma?” si chiede. 

Anche la copertina scelta per la prima edizione del libro evocava immediatamente il suo pensiero: le strutture di potere esistenti nella sfera socio-politica sono presenti anche nel privato. Per questo vediamo una donna dal corpo bendato a testa in giù, nella stessa posizione dell’Appeso dei Tarocchi di Marsiglia, e di fianco un uomo armato coperto da una robusta armatura. Oggi la sappiamo bene: per Atwood l’amore è un tema politico e il controllo del corpo della donna è sempre al centro delle sue narrazioni sempre più apprezzate e diffuse in Italia. Sono appena usciti anche altri due volumi pubblicati da Ponte alle Grazie: il suo esordio in narrativa, La donna da mangiare, romanzo uscito nel 1969, e la raccolta di versi Brevi scene di lupi. Poesie scelte (1966-2020) curata da Renata Morresi.


Il Mattino – 8 febbraio 2021

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