domenica 2 dicembre 2018

Quel Gatto 'sardo', reporter di emozioni

Nei reportage, come negli articoli che regolarmente pubblicava su giornali e riviste, il poeta Alfonso Gatto alimentava l'abitudine di considerare gli avvenimenti a cui assisteva o partecipava oltre il tempo della cronaca. Li collocava sempre nel tempo della Storia, un tempo più lungo e paziente che non bruciava gli eventi, anzi li custodiva. 
Grazie a quell’attitudine oggi possiamo leggere le sue prose senza percepirle datate, come nel caso dei reportage che scrisse nel 1955 dopo un viaggio in Sardegna in qualità di inviato del settimanale Epoca, raccolti da Marcello Napoli in Alfonso Gatto e il ‘continente’ Sardegna (Edizioni dell’Ippogrifo). Si tratta di quattro reportage usciti nel luglio dello stesso anno che ci restituiscono un Gatto reporter affascinato dalla “terra ferma ai proverbi”, luogo sospeso tra un pesante passato arcaico e un futuro sul punto di arrivare. 
Il presente che Alfonso Gatto cattura nel suo vagabondare ad Alghero, in Barbagia, tra i villaggi nuragici e i fari della costa, è fatto di umanità. E’ un presente pulsante di vita. Il poeta fa emergere le figure umane che abitano questa “terra antica e seria”, “quasi un continente” come l’aveva definita uno dei suoi compagni di viaggio, il poeta Marcello Serra che accompagnò Gatto su e giù per l’isola con il fotografo Mario De Biasi. I tre furono sempre ben accolti, tant’è che Gatto annota che in Sardegna “qualunque ospite è sempre atteso, e il primo rispetto che si ha per lui è proprio questo di non mostrargli sorpresa”.



Saranno sorpresi, invece, i lettori gattiani più fedeli nel ritrovare in copertina una fotografia che ritrae il poeta dal barbiere, nel momento di farsi rasare, spesso associata al racconto Una barba a Salerno, sua città natale. Con questo libro si scopre che quella foto fu scattata alla Maddalena. 
“I silenzi, il nero dei vestiti delle donne e delle notti, la dignità, l’osservazione senza preconcetti che i delitti in Sardegna sono minori che nella sola città di Milano, dove viveva, rimarranno nella memoria di Gatto anche nella poesia” spiega Marcello Napoli che ha inserito nel volume due poesie presenti in Osteria Flegrea: Funerale sardo e Epigramma sardo, scritte dopo lo stesso viaggio.
Il libro è arricchito anche da altri testi di Gatto legati alla Sardegna: il Diario sardo presente in Napoli N.N., e due recensioni, una dedicata al libro di Marcello Serra, La Sardegna quasi un continente, uscita sul Giornale del Mattino nel 1959, e una sul libro di Antonio Cossu, I figli di Pietro Paolo, pubblicata su L’Unione sarda nel 1967.
Un’altra chicca è la fotografia scattata dallo stesso Gatto nei pressi di uno dei “fari che parlano” che ritrae Mario De Biasi circondato da un coro di donne sorridenti. Anche nel visitare i fari, il poeta cerca l’anima segreta del luogo nella gente che lo abita e, in questo caso, trova “un vecchio sogno da ragazzi”. 
“Nel nostro lavoro di giornalisti – scrive -, capita qualche volta di entrare da personaggi veri in un racconto che da bambini ci parve di sognare”. E così Gatto incontra i fanalisti di Punta Scorno, sull’isola dell’Asinara, che abitano un faro costruito nel 1859, sorpresi di vedere arrivare i tre viaggiatori: “Voi a Punto Scorno siete venuti veramente…”.

Il Mattino - 30/11/2018


1 commento:

  1. Casino - DrMCD
    Casino - 서산 출장안마 DrMcd has over 30000 문경 출장샵 registered players, 고양 출장안마 and 속초 출장마사지 a full-service spa and salon are available, 안산 출장샵 just a few miles from my state. The staff at our

    RispondiElimina