domenica 3 giugno 2018

Gigi Marzullo: Ubriacarmi? Non mi serve. Sono me stesso

Gigi Marzullo le interviste preferisce farle, ma questa volta accetta il gioco e si mette dall’altra parte. 
Gigi, le prime interviste le ha fatte per Il Mattino. Che ricorda?
Fui chiamato dal direttore, Roberto Ciuni, perché ampliava le pagine dopo il terremoto dell’80 e mi offrì il praticantato. Io mi ero trasferito già a Roma per un mese da annunciatore a RadioRai, quindi chiesi di lavorare dalla capitale perché avevo paura di essere assunto ad Avellino visto che abitavo nel palazzo della redazione locale, ma lui mi mandò a Benevento. Poi fui trasferito a Napoli alle Province, ma io chiedevo sempre di andare agli Spettacoli. 
Che tipo di giornalista era?
Ammetto di non essere stato un gran lavoratore. Non davo l’anima, ma fu un'esperienza importante: il primo stipendio, la tredicesima, il rapporto con i colleghi napoletani, Napoli di notte. 
Poco dopo, infatti, fu assunto in Rai.
Sì, ormai sono a Rai1 da più di 30 anni.
Perché voleva vivere a Roma? 
Roma mi affascinava. E’ sempre stata la giusta mediazione tra il Sud da dove venivo e il Nord per me difficile da comprendere. Ora invece amo anche Milano. 
Ci va ogni domenica per partecipare a Che tempo che fa. Come sta andando l’esperienza con Fazio?
Con Fabio viene fuori la parte di me più ironica, eccessiva, esasperata e sregolata che ho sempre tenuto a bada. La domenica per me è diventato un momento di oasi grazie al clima di armonia, di serenità e di costruzione che si crea intorno al tavolo. Non c’è niente è preparato.
Un tocco d’improvvisazione nella sua vita che appare un po’ troppo controllata.
Sì, è molto controllata. Da Fabio leggermente perdo il controllo grazie alla fiducia che lui mi ispira, ma è sempre una perdita di controllo controllato. Nino Frassica è un genio che ha inventato il "libro delle risposte a Marzullo". E’ davvero una bella televisione.
Quest’atmosfera rilassata le fa dire cose che non vuole dire?
Può capitare, ma sempre fino a quel punto che non riesco proprio a oltrepassare. Anche volendo, non ne ho la facoltà. 



Non si è mai ubriacato?
Qualche pazzia l’ho fatta, per amore. Ubriacato? Non ricordo. Sono sereno con me stesso, la mia ubriacatura è essere come sono. Non sento il bisogno di ubriacarmi tranne quando penso che dobbiamo morire. Questo è il mio tallone.
Ha paura della morte? Come fa a sfuggire questo pensiero?
Lavorando e guardando le cose piccole e semplici della vita, ma è lo sfuggire di un attimo. La morte è l’unica certezza della vita. Sono abituato a combattere, ma di fronte alla morte mi sento impotente. La scorsa settimana ho perso mia mamma. Ce l’ho messa tutta, ma alla fine ho solo rinviato il momento.
Perché non ha avuto figli?
Non è successo. Non l’ho deciso, sono passati gli anni e mi sono ritrovato così. Alcune volte penso che non ho figli, non che potevo averli. I miei amici mi danno del fortunato, ma io non posso dire di esserlo. Non ne ho la prova. Ho una compagna che riempie un vuoto che di tanto in tanto arriva.
A cosa non riesce a rinunciare?
Alla vita. A me la vita piace molto, ma proprio tanto. Per questo non la voglio abbandonare. La mia è una vita semplice, fatta di abitudini come un’intervista e un gelato al giorno. Mi piace anche fare shopping e qualche telefonata. Mi mancano le chiamate a mia madre. La sentivo due volte al giorno. 
Ha fatto oltre cinquemila interviste. Che gusto ci prova?
Mi piace capire le persone. Capendo gli altri, capisco meglio me stesso.
Come capisce le persone?
Chiedendo dell’amore, le gioie, le angosce, i dubbi, le certezze. Se non avessi fatto questo lavoro, essendo laureato in Medicina, avrei fatto lo psichiatra. 
Ha mai fatto analisi?
Mai. Non so se cederei. Fare analisi è un cedere a se stessi. 
Come si sentirebbe sul lettino?
Menomato, anche se penso che l’analisi possa aiutare la gente. Forse non ho il coraggio di mettermi in discussione, ma ho il coraggio di mettere in discussione gli altri. 
Di cosa ha paura?
Delle malattie, anche se si possono sconfiggere.
Da bambino cosa lo terrorizzava?
Il buio e il mare, ma le paure sono arrivate crescendo. 
Che giochi amava?
Trenini, soldatini e una macchina rossa che mi regalò mio padre alla Befana. Ho avuto genitori eccezionali. 
Cosa le piace fare d’estate?
Riposarmi ad Avellino. Mi sedevo al bar e ci sto ore.
Le piace essere riconosciuto e coccolato?
Non mi dispiace. Mi fa sentire meno solo. La solitudine è bellissima, ma guai a essere da soli. 
I suoi programmi sono una costante della tv italiana, mentre l’offerta intorno muta. Cosa guarda? 
TG, Talk di politica, programmi d’intrattenimento, varietà, RaiNew24. I film preferisco vederli a cinema. Penso di essere come un vestito classico, antico ma non vecchio e capace di adeguarmi ai tempi. 

Il Mattino - 3/6/2018


1 commento:

  1. Una bella intervista che mi ha confermato una cosa che non pensavo fosse vera, cioè, il trasferimento di Marzullo alla redazione di Benevento del Mattino. Per il resto, l’intervista offre un’immagine di Marzullo molto più vera e umana, di grande intelligenza.

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