lunedì 13 febbraio 2017

A Sanremo l’Italia ride di se stessa

A Sanremo l’Italia ride di se stessa


L’Italia applaude all’identikit dell’italiano abbagliato dall’Oriente che cerca nelle sue discipline la salvezza, il benessere o il karma, quell’Occidentali’s karma diventato già un tormentone. Francesco Gabbani ha vinto il ‘67 Festival di Sanremo e ha conquistato il pubblico giocando su un atteggiamento molto diffuso nella nostra Italia, quello di avvicinarsi alle culture orientali in cerca di una spiritualità perduta. 
La “scimmia nuda che balla”, che ha fatto riscoprire agli italiani la voglia di lasciarsi trasportare da un motivetto e ballare di fronte alla tv, cita lo zoologo inglese Desmond Morris, autore de La scimmia nuda (1967), e la sua idea dell’uomo come "scimmia in crisi”.  

L’Italia, dunque, ride di stessa e della decadenza di questa epoca che spinge a cercare appigli ovunque, soprattutto lontano da se, e troppo spesso anche con un atteggiamento teso all’occidentalizzazione e non al rispetto della cultura altrui presa in prestito.   
Yoga, arti marziali cinesi, buddismo sono solo alcune delle pratiche più comuni usate per cercare un equilibrio e vengono abbracciate spesso con faciloneria, come se bastasse leggere un libro, cambiare abbigliamento o recitare il mantra OM per comprendere le antiche discipline orientali. 
Gabbani ha rintracciato queste infatuazioni radical-chic e ne ha fatto un’ironica e orecchiabile filastrocca, evidenziando i vizi e i tic di una generazione che soffre e che cerca sollievo per non impazzire.  
Il trionfo di questa canzonetta che appare allegra, ma che in realtà ha un sapore amaro, è una bella sorpresa per il palco dell’Ariston dove si cerca di rappresentare l’Italia e ci si riesce poco. Questa volta, grazie a questo ragazzo coraggioso di Carrara e alla sua canzone-provocazione, però, la “scimmia senza peli” non ha avuto vergogna di mostrarsi al grande pubblico della Rai e di mettere a nudo il disperato bisogno di pace che ha dentro. 
Namastè


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